MARLA 8.22

MARLA #8.22

L'ETÀ DELL'INNOCENZA


SETTEMBRE 2022

MARLA #8.22 - L'età dell'innocenza

Marla è il magazine di info.nodes, organizzazione no profit attiva dal 2020, costituita da un gruppo di persone che credono in una società libera, aperta, dove ingiustizie e ineguaglianze sono contrastate da una cittadinanza attiva.

Per questo promuoviamo il lavoro di giornalisti di inchiesta, attivisti, civic technologists e di chiunque condivida la nostra visione.

Per ricevere i prossimi numeri del magazine e i collage di copertina completi, iscriviti usando il form qui sotto.


Art works

@npprgl

In copertina: «L'età dell'innocenza»

Altrove: "Kido" e "Daisy"

Per ricevere il collage completo abbonati gratuitamente a MARLA.


MARLA 8.22 - a cura di

Davide Del Monte


Mentre sfogli questo numero ti suggeriamo di ascoltare la playlist dedicata

unisciti alla comunità di Marla

INDICE

🕑 TEMPO DI LETTURA TOTALE:  scioglimento di un cubetto di ghiaccio appoggiato sul davanzale.

INTRO


Secondo il dottor Sascha Quanz dell'Istituto Federale Svizzero di Tecnologia, tra 25 anni potremmo finalmente avere il primo incontro con gli alieni. Non si sa ancora se saremo noi ad andarli a trovare a casa loro o se saranno invece loro a farci visita. 

In ogni caso, data l’importanza dell’evento, è il caso di cominciare a pensare a come vestirsi e rassettare un po’ casa.


L’idea che degli sconosciuti extraterrestri vengano qui e trovino tutto in disordine mi mette ansia.


Tutta quella polvere sollevata dalle guerre e nascosta sotto il tappeto, i cambiamenti climatici abbandonati nell’angolo buio del salotto e tirati fuori solo all’evenienza, quello scatolone sbrindellato in cui, passate le feste, finiscono le lucine di natale, la povertà e l’indigenza di qualche miliardo di persone, i diritti negletti delle minoranze, andrebbe sistemato o buttato via una volta per tutte.


Però mancano ancora 25 anni, quindi mi fumo un'altra sigaretta e ci penserò poi.

SO HOT!

Il Guardian ci avvisa che secondo un recente studio il mondo sarebbe sull’orlo di cinque "disastrosi" punti di non ritorni climatici. Non che sia una novità, intendiamoci: vi abbiamo spesso riportato studi, analisi, ricerche, articoli, che fanno di tutto per spiegare a noi umani che stiamo andando a sbattere a tutta velocità contro l’apocalisse climatica.

Noi umani fatichiamo a comprendere la portata di ciò che sta avvenendo (iperoggetti, ne parleremo presto), eppure ad ogni ulteriore pubblicazione, l’immagine della catastrofe imminente risulta più chiaramente delineata.

Tra i punti di non ritorno che abbiamo probabilmente già oltrepassato, troviamo il costante collasso della calotta glaciale della Groenlandia, che produrrà un enorme innalzamento del livello del mare, la scomparsa di una corrente chiave nel nord Atlantico, l'interruzione della pioggia da cui miliardi di persone dipendono per il cibo e un improvviso scioglimento del permafrost, così tanto ricco di carbonio

In ogni caso, non tutto è perduto, come spiega il dottor David Armstrong McKay dell'Università di Exeter, uno degli autori principali dello studio: "È davvero preoccupante. Ci sono motivi per rattristarsi, ma ci sono anche motivi per sperare. Lo studio evidenzia i motivi per cui l'obiettivo dell'accordo di Parigi di contenere l’innalzamento delle temperature entro 1,5 gradi è così importante".

Come si legge nelle conclusioni dello studio pubblicato su Science, la valutazione fornisce solide prove scientifiche a favore di un'azione urgente per mitigare il cambiamento climatico, dimostrando che anche l'obiettivo dell'accordo di Parigi di limitare il riscaldamento ben al di sotto di 2°C e preferibilmente 1,5°C non è sicuro. 

Servirebbero obiettivi, accordi fra Stati e strategie globali ben più radicali, ma al momento non ci sembra che l’agenda politica sia così pronta ad accettare la sfida.


Di certo non lo è in Italia, dove, come riporta
Valori, la crisi climatica è stata la grande assente della campagna elettorale: uno studio condotto da Greenpeace Italia e Osservatorio di Pavia ha mostrato come le candidate e i candidati alle elezioni si siano ben guardati dal trattare il tema. “Non bastano le ondate di caldo, la siccità, gli incendi e i nubifragi che quest’estate hanno funestato l’Italia. Insomma, non basta la crisi climatica che incombe nelle nostre vite per sentirne parlare in campagna elettorale”, scrive Maurizio Bongioanni a commento dello studio, evidenziando anche che, quando si parla di crisi climatica lo si fa quasi sempre in ottica economica. Per la nostra classe politica la crisi climatica è un problema di profitti e perdite, non di vita o morte.


L’approccio distruttivo degli uomini nei confronti della natura potrebbe non essere una tendenza recente. Anzi, secondo il geologo, paleontologo e zoologo statunitense Paul Schultz Martin, gli umani potrebbero addirittura essere la causa delle estinzioni dei grandi mammiferi avvenute nel Pleistocene. La sua teoria, nota come “
overkill” è esposta nel libro “Twilight of the Mammoths: Ice Age Extinctions and the Rewilding of America”, pubblicato nel 2005. Non più di 11.000 anni fa mammut, mastodonti, gomphotheres, bradipi terrestri, armadilli giganti, cammelli e cavalli nativi, il terribile lupo e molti altri grandi mammiferi vagavano per il Nord America. In quello che è diventato uno dei più grandi enigmi della scienza, questi grandi animali sono scomparsi nel Nord e nel Sud America nel periodo in cui gli umani arrivarono alla fine dell'ultima grande era glaciale.

SO COOL!

Domenica 25 settembre, mentre si consumava il dramma elettorale italiano, siamo stati ospiti del meraviglioso DIG Festival per parlare di armi autonome, cioè di armi dotate di sistemi di intelligenza artificiale che consentono di sparare, bombardare, distruggere e uccidere senza la necessità di un’azione umana.

Come i frequentatori e le frequentatrici più assidue di MARLA sano già, la nostra organizzazione fa parte della campagna Stop Killer Robots, che ha come obiettivo la messa al bando di tali dispositivi di morte automatizzata. Può sembrare assurdo parlare di intelligenze artificiali create per ammazzare degli umani, invece questi armamenti si stanno sempre più diffondendo negli scenari di guerra in giro per il mondo, come ha spiegato Andrea Daniele Signorelli nel suo articolo su Italian Tech.

“Il 27 marzo 2020, secondo quanto documentato da un report dell’ONU, è stata utilizzata per la prima volta un’arma autonoma: si è trattato di uno sciame di droni lanciato in Libia dalle forze del generale Haftar contro quelle fedeli all’allora primo ministro al-Sarraj. A differenza di armi simili già viste all’opera in passato, gli STM Kargu-2 in dotazione (tramite la Turchia) al governo di Tripoli erano del tutto autonomi: dotati di un software di intelligenza artificiale, potevano attaccare gli obiettivi “senza che ci fosse una comunicazione tra l’operatore e le munizioni”, come ha scritto proprio l’ONU”.

Al DIG Festival era presente anche Barbara Gallo di Archivio Disarmo (IRIAD), che ha spiegato come sia necessario “creare un quadro giuridico e normativo solido per limitarne lo sviluppo nell’ambito delle tecnologie militari. La società civile, gli stati progressisti e gli esperti di tecnologia di tutto il mondo hanno chiesto un DIVIETO – una proibizione legale ai sensi del diritto internazionale – sulle armi che dovrebbero funzionare senza un controllo umano significativo. Un divieto avrebbe la doppia funzione di rafforzare la legge internazionale e stabilire norme per la guerra contemporanea”.

A chiarire meglio cosa siano i “killer robots” e perché proprio non ne abbiamo bisogno (anzi!) ci pensa il documentario Immoral Code, presentato durante la  première italiana organizzata sempre a DIG.

Per citare il motto dell’iniziativa Stop Killer Robots, non ci aspettavamo che una campagna internazionale per fermare i robot assassini fosse necessaria, invece è così.


Rimanendo sul tema dell’intelligenza artificiale, a far paura non sono solamente le sue applicazioni in campo bellico, ma ancor di più in campo civile, cioè per dirla piatta, nelle nostre città.

Come sapete MARLA ha un  debole per l’arte, così per farvi capire le potenzialità dei sistemi di sorveglianza sempre più raffinati installati nelle nostre piazze e strade pubbliche abbiamo scelto il progetto The Follower di Dries Depoorter, artista belga che tratta temi come privacy, intelligenza artificiale, sorveglianza e social media. 

Il progetto, lanciato il 12 settembre, utilizza le immagini riprese dalle fotocamere installate in luoghi pubblici e un sistema di intelligenza artificiale per scoprire come viene scattata una foto di Instagram. 

Il risultato è impressionante, guardare per credere!


Parlando di privacy non possiamo non citare la
Privacy Week, organizzata dall’associazione Privacy Network, che si è tenuta l’ultima settimana di settembre a Milano.

Nata nel 2021 in versione interamente digitale per ovvi motivi, si è ripresenta quest’anno in una nuova versione, in presenza e online.

Abbiamo avuto il piacere di partecipare anche noi, in un panel dedicato agli attivisti e alle attiviste italiane che difendono la privacy. 


FACTS ARE FACTS.

FICTION IS FICTION.


Sono più di 130 i sistemi militari in grado di tracciare autonomamente i bersagli [Archivio Disarmo - IRIAD]



Sono oltre 10.000 i giovani morti per lesioni da arma da fuoco negli USA nel solo 2020 [Rai News]


5.514 civili ucraini sono morti negli scontri, e altri 7.698 sono rimasti feriti [ISPI]


Più di 1.300 persone sono morte a causa delle devastanti inondazioni monsoniche in Pakistan [UNHCR]




Vai alle precedenti edizioni
Share by: