MARLA 5.22

MARLA #5.22

ANIMAL COLLECTIVE

maggio 2022

MARLA #5.22 - Animal collective

Marla è il magazine di info.nodes, organizzazione no profit attiva dal 2020, costituita da un gruppo di persone che credono in una società libera, aperta, dove ingiustizie e ineguaglianze sono contrastate da una cittadinanza attiva.

Per questo promuoviamo il lavoro di giornalisti di inchiesta, attivisti, civic technologists e di chiunque condivida la nostra visione.

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Art works

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MARLA 4.22 - a cura di

Davide Del Monte


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INTRO




Hakim Bey

"T.A.Z. Zone Temporaneamente Autonome", Shake edizioni


L'AMICO DEGLI ANIMALI

Oggi le specie si estinguono a una velocità circa 100 volte superiore a quella del passato. Ad affermarlo è il WWF che, ovviamente, non fatica ad individuare la causa principale di questa accelerazione: noi umani.

Migliaia di animali infatti rischiano seriamente l’estinzione, come denuncia dell’IUCN (International Union for Conservation of Nature), che ogni anno diffonde la Lista Rossa degli animali a rischio estinzione.

Anche se forse non sono particolarmente simpatici (a voi, a me sì), i rettili sono particolarmente esposti al pericolo di estinzione: secondo uno studio pubblicato su Nature da un gruppo di ricerca eterogeneo, che rappresenta 24 paesi in sei continenti, il 30% dei rettili che vivono nelle foreste è a rischio di estinzione, rispetto al 14% dei rettili negli habitat aridi.

Lo studio ha anche evidenziato cosa perderemo se non proteggiamo questi rettili dal pericolo di estinzione. Se ciascuno dei 1.829 rettili minacciati si estinguesse, perderemmo un totale di 15,6 miliardi di anni di storia evolutiva, inclusi innumerevoli adattamenti per vivere in ambienti diversi.

Forse bisognerebbe tenere a mente che la storia del nostro pianeta non è fatta solo da noi esseri umani, ma da tutte le specie animali e vegetali che tentano disperatamente di convivere con noi. 

Eppure oggi la sopravvivenza del nostro Pianeta dipende principalmente da una specie: la nostra. E da come riusciremo a ricostruire un rapporto di armonia con l’ambiente, utilizzando le risorse naturali senza distruggerle.

Si può ricorrere a strategie radicali, come quella promossa dal Movimento per l’Estinzione Volontaria, di cui ha scritto Graziano Graziani su Not qualche anno fa, oppure potremmo più semplicemente moderare i nostri consumi, aderendo a comportamenti più sostenibili per la nostra società e il nostro Pianeta.

Nel frattempo, prima che scompaiano per colpa nostra, godiamoci lo spettacolo degli animali della savana, dell’artico e di decine di altri luoghi remoti del mondo, grazie alle telecamere del progetto Explore.org


ALCUNI SVENGONO,

ALTRI MUOIONO

Una straordinaria ondata di caldo si è abbattuta sull’Asia del sud tra marzo e maggio, con temperature che hanno raggiunto quasi i 50 gradi. Come raccontano Pallavi Pundir e Rimal Farrukh su Vice uno dei centri maggiormente colpiti da questo “caldo apocalittico” è stata la città di Jacobabad in Pakistan, dove si sono raggiunti i 49 gradi con grandi disagi soprattutto per chi è costretto a lavorare nei campi. "Questo caldo tormentoso è una maledizione per noi", ha spiegato un agricoltore locale, "I lavoratori qui svengono regolarmente a causa del caldo e, in alcuni casi, muoiono". Quest'anno, l'India ha toccato il marzo più caldo degli ultimi 122 anni, mentre lo stesso mese per il Pakistan è stato il più caldo degli ultimi 60 anni. Roxy Mathew Koll, un climatologo dell'Indian Institute of Tropical Meteorology, ha richiamato l'attenzione sugli impatti devastanti delle emissioni di carbonio prodotte dall'uomo sui paesi in via di sviluppo. 


A portare morte e sofferenza non sono solo le ondate di calore estremo: anche l’inquinamento provocato dall’uomo, secondo uno studio pubblicato su The Lancet Planetary Health e commentato su Il Messaggero, sarebbe responsabile di ben 9 milioni di morti l'anno nel mondo, praticamente è la causa di un decesso su sei (il 16%). «Inquinamento, cambiamento climatico e perdita di biodiversità sono strettamente collegati - afferma Rachael Kupka, coautrice del lavoro e direttore esecutivo dell'Alleanza Globale su Salute e Inquinamento. 


Come sempre, a pagare il prezzo più caro dei nostri comportamenti insostenibili, sono i gruppi più deboli, poveri e marginalizzati. “Se riducessimo nettamente le emissioni, le conseguenze per le persone e la loro vita sarebbero ancora complesse, ma potenzialmente più gestibili per coloro che sono più vulnerabili," affermava Hoesung Lee, presidente del IPCC nel 2019, durante la presentazione Rapporto Speciale sui cambiamenti climatici. "Noi miglioreremmo la nostra capacità di resilienza e ci sarebbero maggiori benefici per lo sviluppo sostenibile".

A quanto pare noi umani stiamo riuscendo nell’intento di cambiare il mondo, peccato che sia in peggio.

FACTS ARE FACTS.

FICTION IS FICTION.


Mentre nel XX secolo il livello del mare è cresciuto di circa 15 cm su scala globale, oggi cresce ad una velocità che è più che raddoppiata – 3,6 mm l'anno – e sta accelerando. [IPCC]


Il 21% delle specie di uccelli, il 27% delle specie di mammiferi e il 36% delle specie di anfibi sono minacciate dall’estinzione. [IUCN]


L'Italia è il primo Paese in Europa per morti attribuibili all'inquinamento atmosferico con circa 90 mila decessi prematuri all'anno. [AGI]


Un pernottamento su una nave da crociera consuma 12 volte l’energia di uno in hotel e l’impronta carbonica di questi viaggi è ancora più alta di quelli in aereo. [Altraeconomia]

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