MARLA 10.22

MARLA #10.22

GOOD KARMA

END OF 2022

MARLA #10.22 - Good Karma

Marla è il magazine di info.nodes, organizzazione no profit attiva dal 2020, costituita da un gruppo di persone che credono in una società libera, aperta, dove ingiustizie e ineguaglianze sono contrastate da una cittadinanza attiva.

Per questo promuoviamo il lavoro di giornalisti di inchiesta, attivisti, civic technologists e di chiunque condivida la nostra visione.

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Art works

@npprgl

In copertina: Zhù nǐ cáifù


Foto: Marmolada (luglio 2022), Pakistan (giugno 2022), New York (dicembre 2022).


MARLA #10.22

a cura di Davide Del Monte


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INDICE

🕑 TEMPO DI LETTURA TOTALE:  equivalente a riempire un trolley con 600.000 euro in banconote da 20.

INTRO


“Ho fondato la mia causa sul nulla”

Max Stirner


Siamo diventati tanti, tantissimi. 


E no, purtroppo non mi riferisco a voi lettori e lettrici, ma a noi esseri umani in generale.

Eppure, dice l’OMS, siamo diventati allo stesso tempo tutti un po’ più soli e molto più depressi. O quanto meno nel ricco occidente, perché nel resto del mondo si è diventati quasi esclusivamente solo ancora un po' più poveri.


Difficile dare tutta la colpa al Covid. Il virus non ha fatto altro che esasperare (l’ennesimo) processo disgregativo connaturato alle dinamiche capitalistiche, come già spiegato da Mark Fisher. Alienazione e depressione come prodotto a valore aggiunto del capitale immesso nel mercato globale.


La soluzione non possono essere - almeno spero, vero? - i chatbot a cui raccontare i propri pensieri e le proprie fantasie (“Ciao Replika, che giornata di merda oggi, dimmi tu qualcosa di bello”) o le pasticche di Fentanyl e altri oppiacei che dilagano negli Stati Uniti.


“In un ambiente di informazione elettrica, i gruppi minoritari non possono più essere circoscritti, ignorati” scrive McLuhan. “Troppe persone sanno troppo di ognuno. Il nostro nuovo ambiente esige impegno e partecipazione. Siamo diventati irrevocabilmente coinvolti e responsabili l’uno per l’altro”.


Il mio buon proposito per l’anno nuovo e per quelli a venire è la costruzione di una comunità di pari, di uomini e donne con uguale potere, aspettative e opportunità. Una comunità fatta da individui in grado di esprimersi in piena libertà e sintonia con il prossimo, senza vincoli e costrizioni. 

Una comunità in cui chi ha, cede, e chi non ha, riceve. 


Per costruire però, insegna la storia, bisogna prima demolire. Ma su questo sento che siamo attrezzati, no?


Buon anno.


M.

LAWSUITS & SUITCASES

Del Qatargate e della valigia piena di contanti saprete già tutto, ma una delle caratteristiche più interessanti in questa inchiesta per corruzione internazionale è l’utilizzo strumentale di un’associazione no profit. Dinamica simile a quanto già successo nel caso di Luca Giuseppe Volontè, ex deputato e membro dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa, condannato a 4 anni di carcere per aver abusato della propria funzione, ricevendo mezzo milione di euro da due esponenti politici azeri. Volontè era infatti tra i fondatori della Fondazione Novae Terrae: le indagini hanno dimostrato come la tangente da diversi milioni di euro sarebbe transitata sui conti di Novae Terrae dall’Azerbaijan perchè il politico saronnese si adoperasse contro una risoluzione del Consiglio d’Europa che avrebbe dovuto condannare i tratti fortemente dittatoriali del regime di quel Paese.

Per questo diverse organizzazioni della società civile, come Transparency International Italia con il progetto “Soldi e politica”, chiedono maggior trasparenza su enti e fondazioni no profit, in particolare su quelle fondate o guidate da esponenti politici.


Mentre le valige dei parlamentari europei si riempiono di banconote, le cassette della posta di giornalisti e attivisti si riempiono di raccomandate contenenti querele. È il caso dei giornalisti di
IRPI e degli attivisti di The Good Lobby Italia, che hanno pubblicato un’inchiesta sui fondi del PNRR e che per questo sono stati querelati da un’azienda citata nell’articolo.

Queste azioni intimidatori hanno un nome ben preciso: SLAPP.

Le SLAPP (Strategic lawsuit against public participation) hanno l’obiettivo di intimorire giornalisti, attivisti, associazioni, e reprimere il dibattito pubblico. Per questo andrebbero vietate e duramente punite, come richiede la campagna dell’Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa a cui anche info.nodes aderisce.


Ironia della sorte, abbiamo partecipato a un
evento per promuovere una regolamentazione europea contro le SLAPP, promosso proprio da The Good Lobby, pochi giorni prima della notizia della querela nei loro confronti.

Ora non ci resta che dare il nostro supporto con una donazione a IRPI e/o una donazione a TGL per affrontare la querela in tribunale e, allo stesso tempo, continuare a lottare perché questi tentativi di censura e intimidazione vengano finalmente vietati.

MOLTITUDINI UMANE

La popolazione mondiale ha raggiunto il traguardo degli 8 miliardi di persone, confermando quella che l’ONU definisce una “crescita senza precedenti". Basti pensare che nel 1950 si contavano solo 2,5 miliardi di abitanti sul nostro Pianeta. 

Il dato più triste riguarda la moltitudine di persone che ancora soffrono la fame: più di 800 milioni, quindi circa una su dieci. “Le difficoltà alimentari sono aumentate sia nei Paesi in via di sviluppo che in quelli economicamente più avanzati con la pandemia prima e la crisi energetica ora che hanno dimostrato la centralità del cibo e l'importanza di garantire l'autonomia alimentare in uno scenario globale segnato da distorsioni commerciali, accaparramenti e speculazioni che mettono a rischio gli approvvigionamenti” sottolinea Coldiretti


Accaparramenti e speculazione non colpiscono solamente i paesi più poveri, ma anche i poveri nei paesi più ricchi. L’indagine “
Untaxed” pubblicata da Investigate Europe ha rivelato come molti Paesi dell’UE abbiano dei regimi fiscali che favoriscono gli investimenti immobiliari e come, anche grazie a queste esenzioni, in alcuni Stati membri tra cui Germania, Italia, Portogallo e Belgio miliardi di euro vengono investiti impropriamente. Le conseguenze a livello sociale sono dirette: i prezzi salgono e la crescente crisi abitativa di molti Paesi europei peggiora sempre di più. In particolare, come riportano Lorenzo Buzzoni e Maria Maggiore nel loro approfondimento su Milano, “i fondi si spartiscono le aree più redditizie, gli affitti sono i più cari d’Italia, i prezzi degli immobili volano (+30%). Pure l’housing sociale è in mano ai privati”. 


Il problema abitativo assume toni ancor più grotteschi quando ci si trova di fronte a casi di sperequazione nella ricostruzione a seguito di eventi catastrofici. E’ il caso della Louisiana, travolta dagli uragani Katrina e Rita nel 2005: una recente inchiesta
pubblicata da ProPublica in collaborazione con altre organizzazioni, ha esaminato quasi 92.000 sovvenzioni per la ricostruzione in tutto lo Stato, dimostrando che i critici della ricostruzione avevano ragione: il programma Road Home ha sottratto risorse alle persone nei quartieri poveri, dando ai residenti dei quartieri ricchi più di ciò di cui avevano bisogno. Gli abitanti delle aree più povere di New Orleans - quelle con un reddito medio di $ 15.000 o meno - hanno dovuto coprire il 30% dei costi di ricostruzione, mentre nelle aree in cui il reddito medio era superiore a $ 75.000, il deficit era del 20%, A New Orleans povertà e colore della pelle vanno a braccetto, quindi le carenze hanno danneggiato in modo sproporzionato i neri. Ma come sappiamo, all’ingiustizia sociale piace essere intersezionale, per questo Road Home ha sottratto risorse economiche anche ai residenti della St. Bernard Parish, una comunità prevalentemente bianca, ma a maggioranza operaia, devastata dall'uragano.


Le comunità di colore americane sono colpite anche da un’altra disgrazia. Come riporta il
Pew Research Center, un recente aumento delle morti per overdose di droga negli Stati Uniti ha colpito più duramente gli uomini di colore. Sebbene negli ultimi anni i tassi di mortalità per overdose siano aumentati in tutti i principali gruppi demografici, nessun gruppo ha registrato un aumento maggiore degli uomini di colore. 

I dati del Pew Research Center vanno a braccetto con l’inchiesta pubblicata il 12 dicembre dal Washington Post, che fa luce sulla drammatica (e letale) diffusione del Fentanil negli Stati Uniti. “Negli ultimi sette anni, quando quantità crescenti di fentanil si sono riversate negli Stati Uniti, errori strategici ed errori a cascata da parte delle successive amministrazioni statunitensi hanno permesso che la più letale crisi della droga nella storia americana peggiorasse significativamente (...). La crisi americana del fentanil si è aggravata durante la pandemia di coronavirus. Dal 2019 al 2021, le overdose mortali sono aumentate del 94% e circa 196 americani muoiono ogni giorno a causa della droga, l'equivalente di un Boeing 757-200 a pieno carico che si schianta e uccide tutti a bordo”.

SOLITUDINI DIGITALI

Michelle Huang, artista digitale e programmatrice, ha raccontato in un lungo thread su Twitter il suo interessante esperimento con GPT-3, un modello linguistico autoregressivo che utilizza l'apprendimento profondo per produrre testo simile al linguaggio naturale umano.

In pratica ha “nutrito” GPT-3 con diversi estratti dei suoi diari personali scritti in adolescenza, cercando quindi di dialogare con sé stessa bambina. 

“Nel complesso”, scrive Michelle “questa è stata un'esperienza molto eccitante ma anche stranamente affermativa / curativa a cui non mi rendevo conto di avere accesso.

L'utilizzo di dati reali del mio io passato mi ha permesso di connettermi con lei in modi più profondi e più tangibili di quelli che generalmente possiamo avere”.


Difficile capire se queste interazioni tra umano e macchina siano più un’opportunità o un rischio, ma il dibattito che si sta sviluppando è comunque interessante.

Da una parte troviamo chi, come Catherine Allibe-Oaks, founder di SliiceXR, esalta queste potenzialità, ovviamente in ottica commerciale per la sua azienda.

Nel suo post “Soluzioni nel metaverso per la solitudine e l'isolamento” spiega come gli ambienti virtuali sviluppati dalla sua società aiuteranno i più deboli, come anziani e soggetti marginalizzati, a trovare conforto nel metaverso grazie a (non)luoghi di scambio e di svago, in cui partecipare a svariate attività virtuali come giochi di carte, bingo, scacchi, musei, spettacoli teatrali, lezioni d'arte, e meditazione guidata. E dove, sempre citando il suo enfatico articolo “il contatto visivo, le espressioni, le emozioni, il canto e l'umorismo creeranno le condizioni per il legame e l'amicizia”.


Di tutt’altra opinione è invece Colin Ellard, professore di psicologia sperimentale all'Università di Waterloo in Canada. Nel suo articolo
The Metaverse Will Not Save You pubblicato su Psychology Today, riscontra diverse problematiche nella ricerca di soluzioni virtuali ai problemi di solitudine, ansia e depressione. Anche perché, sottolinea “Ci sarà sempre una differenza tra la sensazione di essere da qualche parte e sapere autenticamente che si è lì”. 

Inoltre, “per quanto difficile possa essere farlo, è fondamentale valutare le realtà virtuali offerte e il loro impatto psicologico sulla nostra capacità di vivere l'uno con l'altro come esseri umani autentici e incarnati in un mondo fisico ricco e diversificato piuttosto che come caricature monodimensionali di noi stessi calate in un regno virtuale”.

FACTS ARE FACTS.

FICTION IS FICTION.


Nel 2021, oltre 107.000 persone sono morte per overdose negli Stati Uniti. [Lifegate]



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L’oppioide sintetico Fentanyl è stato responsabile di circa 2/3 delle morti per overdose. [ilPost]


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In Europa i decessi registrati per overdose nel 2021 sono stati 5.800.  [AGI]


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Nel 2020, nell’Ue c’erano 96,5 milioni di persone a rischio di povertà o esclusione sociale, pari al 21,9% della popolazione  [InfoData]


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Sono 1.136 le vittime delle inondazioni monsoniche di giugno in Pakistan [Ansa].


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